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Immagine del redattoreAndrea Zarattini

Il Barbaresco 2017 che non abbiamo ancora assaggiato.

Mi sono reso conto che il CODIV ha impedito a molti ristoratori, enotecari, agenti, importatori, giornalisti e appassionati di avere un’idea delle annate rilasciate nel 2020. Per esemplificare si può parlare di Barolo 2016, Brunello 2015, Barbaresco 2017….

La situazione è comune a molte denominazioni ma ho rilevato una carenza particolare sul Barbaresco. In molti quindi, hanno approcciato la degustazione del Barbaresco 2017 partendo dal ricordo della 2016: due millesimi molto differenti. La 2016 è stata un’annate ideale, regolare per quanto riguarda l’andamento agronomico, abbondante nella produzione e perfetta nella qualità delle uve…si potrebbe dire semplicisticamente “facile”. Il Barbaresco 2016 è andato di conseguenza: equilibrato, proporzionato, fresco e di grande scorrevolezza. Il livello medio della denominazione è molto buono, quelli che non lavorano in cantina e parlano come se ci lavorassero direbbero “è bastato per non rovinarlo”

L’annata 2017 è stata l’opposto, è ricordata per l’andamento climatico caldo e asciutto. L’inverno è stato mite e con poche nevicate. La primavera è stata piovosa ma le temperature sopra la media stagionale hanno portato allo sviluppo anticipato della vite. Nel mese di aprile c’è stato un repentino abbassamento delle temperature con alcune gelate nei vigneti a fondovalle. Da maggio è iniziato un lungo periodo di bel tempo con temperature sopra la media registrate durante i mesi estivi. Qualche temporale in agosto. Da settembre le temperature sono calate sensibilmente favorendo ottimi sbalzi termici tra il giorno e la notte.

E’ stata un’annata calda, in particolare per il Barbaresco, molti hanno temuto il fantasma della 2003. Ma occorre precisare alcune cose:

- nel 2003 eravamo tutti meno pronti, pianta e cantine. Le piante si stanno adattando al cambiamento climatico e stanno spingendo in profondità le radici. Le cantine hanno iniziato a non diradare le foglie, a lavorare diversamente il terreno per stimolare le radici a scendere e hanno rivalutato la funzione dell’erba tra i filari.

- Nel 2003 eravamo ancora vicini agli anni 90, anni di concentrazione e struttura. Sebbene ne fossimo già fuori ne eravamo inevitabilmente influenzati e quindi propensi ad aspettare a staccare le uve. Chi ha anticipato adeguatamente la vendemmia ha fatto ottimi vini, provare per credere.

Nel 2017 quindi, le vigne hanno reagito meglio allo stress idrico e le cantine sono state più preparate rispetto al 2003.

Ho avuto la fortuna di fare una bella panoramica di Barbaresco 2017 nel mese di gennaio 2020, se le cose fossero andate secondo i piani, avrei dovuto gestire un paio di workshops sul Barbaresco in Belgio. A gennaio trovai vini eterei, con tannini asciutti e strutture abbastanza evolute, rimasi piuttosto perplesso. Naturalmente assaggiai anche ottimi vini, in un’annata come la 2017 il produttore ed il cru fanno nettamente la differenza.

Nel mese di maggio i Barbaresco 2017 hanno cominciato ad avere una efficace espressività, chiara, leggibile, completa ed appagante. Direi che per alcune fasce di consumatori la 2017 è di più facile approccio rispetto alla 2016 che talvolta appare, si proporzionata ed elegante ma meno, ma meno palesata.

Il Barbaresco 2017 ha polpa, frutto e spezie. Una distinzione andrebbe fatta tra le versioni definite basi o classiche (una volta mi piacerebbe capire la problematica della definizione “vino base”) ed i cru. Sono un grande sostenitore dei vini definibili “base” , inevitabilmente nelle annate più delicate la differenza con i cru si amplifica mettendone in evidenza gli elementi distintivi.

Per concludere. Il Barbaresco 2017, trasversalmente parlando, ha fatto un cambiamento importante tra i primi mesi del 2020 ed oggi. I vini possono essere molto appaganti e non si concluda con questo che si tratti di bottiglie pronte oggi e non adatte a durare nel tempo. Certamente hanno un’indole orientata maggiormente a sensazione avvolgenti, fruttate e dolci rispetto alle note floreali, fresche, composte della 2016.

La 2017 è una annata che regala molte soddisfazioni, nei prossimi mesi sarà ancora più definita e leggibile, adatta da godere al ristorante.

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